Il trend di crescita globale del consumo di vino potrebbe rallentare rispetto alle previsioni ottimistiche fatte dopo il Covid, ma resta indiscutibile che il settore del vino continua a generare un notevole volume d’affari.
Le stime di Statista, un portale leader nel mondo dei dati statistici, indicano che il consumo mondiale di vino raggiungerà i 353 miliardi di dollari entro la fine del 2024. Questa notizia, riportata da Wine News, suggerisce una riflessione: è ragionevole considerare che stiamo assistendo a un cambiamento più che a una crisi nel settore vinicolo.
Cosa dicono i dati
Guardando all’Europa, emergono conferme significative sull’importanza del vino non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale e culturale. La ricerca condotta da Uiv Prometeia, che sarà presentata durante Vinitaly il 15 aprile, affronterà proprio questi temi.
Diamo un’occhiata più approfondita alle categorie di vino che stanno generando maggiori ricavi a livello mondiale. Dei 353,4 miliardi di dollari di fatturato stimati da Statista entro la fine dell’anno (equivalenti a 25,3 miliardi di litri), la maggior parte proviene da bottiglie consumate a casa (184,3 miliardi) rispetto a quelle consumate nei locali e ristoranti (169,1 miliardi). I vini fermi continuano a dominare il mercato, con un valore stimato di 293,5 miliardi di dollari, di cui 137,2 miliardi provenienti da bar ed enoteche.
Nonostante un calo nelle preferenze dei consumatori, i vini rossi mantengono una posizione forte, con un business di 183,8 miliardi di dollari, mentre i vini bianchi dovrebbero generare un fatturato di 86,4 miliardi di dollari.
Gli spumanti, che negli ultimi anni sono stati protagonisti di una crescita notevole, soprattutto tra i consumatori Millennials e non solo, muoveranno un giro d’affari di 46,2 miliardi di dollari, con una prevalenza nel canale horeca (24,6 miliardi di dollari) sul consumo domestico, stimato a 21,7 miliardi di dollari.
Come cambiano le abitudini di consumo
Le abitudini di consumo del vino stanno subendo una serie di cambiamenti significativi, guidati da una combinazione di fattori sociali, culturali ed economici.
Assistiamo a nuove dinamiche, tra cui la diminuzione dei consumi legata a questioni economiche e di salute, nonché le sfide legate alla produzione di vini più leggeri e a basso contenuto alcolico, una richiesta del mercato sempre più diffusa, ma resa complessa dal riscaldamento climatico.
Molti consumatori stanno diventando sempre più consapevoli dell’importanza della sostenibilità e del benessere individuale. Di conseguenza, c’è una crescente domanda di vini prodotti da vigneti che adottano pratiche agricole sostenibili.
Anche l’aspetto generazionale legato ai consumi non va ignorato. Le persone sotto i 25 anni si avvicinano al mondo del vino in modo diverso rispetto alle generazioni precedenti. Bevono meno, preferiscono consumarlo soprattutto fuori casa, con il 75% che opta per bevande a base di vino in modalità mixata.
Per quanto riguarda i canali, secondo una ricerca Nomisma in Italia, il 24% dei consumatori italiani ha dichiarato l’intenzione di iniziare o aumentare l’acquisto diretto dai produttori, mentre il 9% prevede di utilizzare più frequentemente i canali online, che attraggono soprattutto consumatori con disponibilità economica più elevata, grazie a un’offerta concentrata soprattutto su vini di fascia medio-alta.
A proposito di trend
Analizzando diversi report di ricerca, possiamo evidenziare quattro principali tendenze per il consumo del vino.
1. I vini green.
Prodotti secondo principi e pratiche sostenibili, i vini green mirano a ridurre l’impatto ambientale e promuovere la conservazione delle risorse naturali. Questi vini sono spesso coltivati seguendo metodi biologici o biodinamici, che limitano l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, favoriscono la biodiversità e rispettano il ciclo naturale delle piante. Inoltre, possono essere realizzati con tecniche di produzione che riducono l’impronta ecologica, come l’uso di energie rinnovabili, materiali eco-friendly per il packaging e pratiche di conservazione dell’acqua e del suolo.
2. I vini low alcol.
Un’altra tendenza in atto è la crescente popolarità dei vini a basso contenuto di alcol. Con sempre più persone che cercano uno stile di vita più sano e equilibrato, i vini con un contenuto alcolico inferiore stanno diventando una scelta per i consumatori che vogliono godersi il vino in modo più leggero e moderato.
3. I “fine wines”.
Più solidi rispetto le turbolenze di mercato sono quei vini appartenenti alla categoria dei “fine wines”, caratterizzati da qualità e prestigio, un profondo legame con il territorio di origine, valori distintivi e un linguaggio comunicativo specifico che li rende identificabili. Questi vini sono considerati eccellenze enologiche e sono apprezzati sia per le loro caratteristiche organolettiche complesse e raffinate, sia per il loro valore culturale e simbolico.
4. Esperienze enologiche immersive.
Sempre più consumatori cercano esperienze enologiche immersive, come visite alle cantine, degustazioni di vino e eventi legati al vino. Queste esperienze offrono ai consumatori l’opportunità di imparare di più sul vino e di apprezzare la sua produzione e la sua cultura in un ambiente autentico.
Le aziende vinicole che sono in grado di adattarsi a queste tendenze e di offrire prodotti e esperienze che soddisfano le esigenze e i desideri dei consumatori saranno ben posizionate per competere nel futuro di un settore strategico della nostra economia. In Europa, secondo il Ceev il vino genera un PIL di 130 miliardi di euro e fornisce lavoro a circa 3 milioni di persone, contribuendo così alla creazione di ricchezza diffusa nei territori.
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